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C’é fermento a Cornigliano ligure dove la vera ricchezza sono le persone di Stefano De Biase
Una cosa mi inorgoglisce in questi giorni. Cornigliano è in fermento. O almeno lo sono tanti corniglianesi che stanno dedicando il proprio tempo per cercare di dipanare questa complicata matassa sul parcheggio di Via Bertolotti.
È vero che i corniglianesi sui grandi temi sono sempre stati in fermento. Lo sono stati sulle acciaierie, lo sono stati sulla riqualificazione (decidete voi se con o senza virgolette), lo sono stati sulla chiusura del Centro Civico diversi anni fa.
La percezione che ho, però, è che questo fermento si stia espandendo e che si stia animando anche su temi più quotidiani.
Sarà che dopo il restyling (perché, personalmente, non penso si possa chiamare riqualificazione) hanno cercato di farci credere che dovessimo ringraziare, abbassare la testa e ringraziare ancora, sarà che ogni giorno sentiamo notizie più o meno variegate sulle nuove acciaierie, sarà che quando si parla di servitù Cornigliano è sempre e comunque tra le destinazioni papabili, ma il fermento è palpabile.
Per prima cosa, quindi, mi sento di ringraziare quelli che si stanno dedicando attivamente al quartiere nel loro interesse, ma anche di tutti quelli che, come il sottoscritto, riescono a dedicare dal lavoro meno tempo al quartiere di quanto vorrebbero.
Come si è già scritto qui, la vera ricchezza di Cornigliano sono le persone e le tante associazioni che la animano e spero che l’idea proposta di creare una consulta permanente tra le associazioni sia accolta favorevolmente da tutti, con l’unico fine di lavorare insieme per la riqualificazione del nostro territorio.
D’altronde, lo sappiamo, le risorse da destinare ai municipi sono state sempre troppo poche, soprattutto quelle da destinare a certi municipi, ma forse con un buon coordinamento di persone ed associazioni sogni come quello di vedere riaprire Valletta Rio San Pietro, di riappropriarsi di spazi pubblici da destinare a cultura e terzo settore, di fornire alternative sane ai nostri bambini senza doversi spostare altrove, possono diventare finalmente un po’ più reali.