Le parole del neo governatore sono campane che suonano a morto per il piccolo commerciante che fra un po’ non esisterà più costretto a chiudere sotto il peso delle tasse e imposizioni che non accennano a diminuire.
Ma è veramente questo che chiede la maggior parte dei cittadini? Cosa deve fare il piccolo negozio per sopravvivere all’assalto della grande distribuzione spesso favorita da certa politica compiacente e a sua volta interessata?
“La sopravvivenza è la capacità di un individuo o di una comunità di rimanere in vita, di fronte a situazioni di emergenza, disastri naturali o crisi” e da decisioni dell’Amministrazione aggiungiamo noi.
Partiamo dal principio che i piccoli negozi non saranno mai una riproduzione in scala di un supermercato e devono pertanto evolversi calibrando assortimento e prezzi in base al luogo per essere un’alternativa gradita e credibile mentre il rapporto umano relazionale con la clientela deve essere calmo, amichevole, cordiale e competente nel consigliare un acquisto, doti pressoché inesistenti nella grande distribuzione a causa della freddezza e la velocità nei rapporti.
Questo vale anche per lo sparuto mercato rionale del martedì e del venerdì che ormai da tempo ha perso il suo colore, la sua socialità e capacità di attrarre anche persone di altri quartieri che creano vitalità. Grazie al CIV da qualche anno ogni 2 giugno abbiamo la nostra fiera che richiama nel nostro quartiere migliaia di persone. Ma è solo un giorno su 365.
Francamente non possiamo sapere cosa succederà, ma ciò che è certo è che il piccolo commercio di prossimità potrà risollevarsi se solo se si adotteranno politiche a sostegno con comportamenti propedeutici e scelte coraggiose da parte di una classe dirigente più attenta alle vere necessità di un territorio che alle sue.
