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“Lasciate che i corniglianesi vengano a me” Se permette, però, ci facciamo accompagnare.

C’è un modo di dire che recita che se sei in grado di prendere per il verso giusto una persona a quella puoi tirare giù anche i pantaloni; una scelta non scevra da rischi per entrambi i soggetti in gioco e dove a correre il maggior rischio è ovviamente chi ha i pantaloni calati. I corniglianesi in questo caso.

Allora come un Amministratore può raccontarci della bontà delle sue reali intenzioni su scelte già fatte da parte del sistema politico locale e farci quindi calare le braghe?  Partiamo dal principio che coinvolgere cittadini e associazioni che operano su base volontaristica dedicando tempo e energie  è sempre auspicabile ma non così facile come talvolta si ritiene. Partecipare, e quindi condividere con i cittadini residenti idee e progetti, può voler sentirsi ribattere con qualche NO o addirittura stravolgere le proprie intenzioni e questo potrebbe già essere visto come  elemento di fastidio. E’ noto che da sempre, nonostante la buona volontà di alcuni, vi sono resistenze da parte del sistema politico a imboccare la via della partecipazione  e a recepire le indicazioni  che emergono dal basso dimostrando diffidenza verso qualche cosa che la politica potrebbe non riuscire a controllare.

La domanda è: ma da quante persone e da chi può iniziare un processo realmente partecipativo e quale legittimità può vantare una decisione assunta da qualche decina di persone in un quartiere che ne conta oltre 15mila?      La condivisione attorno alle scelte, poi, in alcuni casi potrebbe essere superficiale  e non tenere conto delle prospettive e degli interessi della comunità più ampia. Lo abbiamo recentemente visto con l’assegnazione dell’ex mercato ad un unico soggetto privato per farne una palestra per boxe e non alla collettività per un centro culturale multifunzionale (cinema, teatro, anziani, ecc..)
Coinvolgere i cittadini nelle decisioni crea aspettative e impegni dei quali spesso l’Amministrazione farebbe volentieri a meno perché  dalla partecipazione è difficile tornare indietro, pena la perdita di credibilità e di una parte di elettorato che sarà molto difficile recuperare in seguito in caso di un insuccesso anche parziale.

In conclusione  se l’amministratore (onesto) dimostra la volontà di imboccare la strada della reale  partecipazione pensando che i corniglianesi contribuenti non abbiano tutti la sveglia al collo,  i vantaggi non mancheranno, sia per lui stesso, che per la nostra  comunità.

Quando la partecipazione funziona, il proponente può vedere  rafforzati la propria posizione  e il proprio  consenso, con un significativo ritorno di immagine. Inoltre, la partecipazione può essere un modo efficace di trasmettere un segnale di cambiamento e dare un enorme contributo alla pace sociale
A Cornigliano l’Amministrazione si gioca una carta molto importante; coinvolgere con serietà d’intenti, i corniglianesi nel governo della cosa pubblica, nelle scelte collettive con coraggio, visione e lungimiranza sarebbe un giustificato rischio da correre. Nel frattempo meglio però mettere ai pantaloni un paio di robuste bretelle.

oerre

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