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Quale la rinascita di un quartiere in assenza di servizi essenziali?

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L’assenza di servizi essenziali nel nostro quartiere è quella condizione che non consente ai corniglianesi una vita dignitosa. Ma quali sono alcuni dei servizi più essenziali secondo la legge e cosa ha fatto e fa l’Amministrazione per agevolarli? 

  • Stato civile, anagrafe  e servizi elettorali e cimiteriali. Nel nostro quartiere sono venuti meno con la chiusura di Villa Serra. Rimane uno sportello aperto solo il martedì e il venerdì mattina.
  • Igiene, sanità ed attività assistenziali. Nel nostro quartiere sono stati chiusi e mai più aperti nell’ordine: CUP, centro Prelievi, SERT e Consultorio. Non esiste una casa della salute pur essendo  disponibili ampi spazi  al centro Civico di Villa Spinola per prestazioni sanitarie ambulatoriali chiusi da anni.
  • Attività di tutela dell’ambiente, della libertà della persona e della sicurezza pubblica. Il posto di Polizia municipale è stato chiuso e trasferito a Sestri Ponente. Il Comune, nella persona dell’assessore Gambino  rifiuta la proposta venuta da associazioni e comitati del quartiere di costituire un corpo di Guardie Ecologiche volontarie per contrastare il malcostume dell’abbandono selvaggio di rifiuti e la tutela della valletta rio S. Pietro il più grande parco pubblico boschivo naturale della città.
  • Trasporti e viabilità. Nulla viene fatto per limitare il caotico traffico nella Via Cornigliano mentre la tangenziale a mare è costantemente libera e percorribile nei due sensi.
  • Servizi culturali. Il Comune decide di destinare ad un singolo soggetto privato l’ex mercato di piazza Monteverdi  per farne una palestra per la boxe ignorando la richiesta venuta dal territorio di destinarlo a centro culturale multifunzionale (cinema, teatro, mercato, attività anziani, ecc..).
  • Il Comune decide di destinare Villa Serra ad un fantomatico Museo dell’acciaio, che la stragrande maggioranza dei corniglianesi non vuole, e non ad una scuola secondaria.
  • Commercio e attrattori sociali. Nulla viene fatto per contrastare il commercio selvaggio e l’occupazione abusiva di spazi da parte di improvvisati venditori e il proliferare selvaggio di circoli abusivi mentre ritrovi storici sono costretti a chiudere i battenti nella totale indifferenza istituzionale.

Però Genova è e rimane una bella città

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