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“Resistere per esistere”

Non occorre essere particolarmente intelligenti  per capire che la vita non è aspettare che passino pensieri e preoccupazione ma che sarebbe meglio imparare a ballare sotto la pioggia anche se, con lo sconforto che c’è intorno, il rischio di essere mandati subito a quel paese è reale ma vale la pena di correrlo.

Mentre scriviamo c’è sempre qualcuno che sta progettando il nostro destino con la chiusura o il ridimensionamento di qualche azienda mentre altri giovani corniglianesi stanno pensando di trovare rifugio ed un lavoro in un’altra città o nazione e altri ancora, in tutto questo funesto contesto, stiano ballando sotto la pioggia.

Che questo avvenga nel nostro quartiere  dovrebbe meravigliare solo chi non sa quanto esso sia abituato a resistere allo sconforto che ha indotto molti ad abbandonarlo da tempo mentre altri, come chi scrive, dopo una breve esperienza di vita rivierasca, sono tornati e rimasti con la convinzione che le cose, solo se vorremo, cambieranno.

Dire che a Cornigliano qualche cosa “eppur si muove” può apparire quasi sacrilego nel dolore complessivo di una nazione che  sembra vivere con rassegnazione la sua decadenza provocata  in gran parte da una classe politica dirigente più attenta alla sua autocelebrazione che ai reali bisogni di un  Paese.

La situazione non è semplice in tempo di crisi e ci si ritrova a scontrarsi con la dura realtà spesso con un cassetto pieno di sogni e la testa piena di grandi speranze per cui la parola d’ordine a questo punto non può essere che “RESISTERE PER ESISTERE”

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