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Ritorna il ciclo a caldo a Cornigliano? Bucci non lo esclude.

Era l’anno 2001 quando il Ministero dell’ambiente e il TAR, al quale avevano fatto ricorso le Donne di Cornigliano, dichiaravano incompatibile con l’ambiente il ciclo delle lavorazioni a caldo dell’acciaieria. Cokeria, altiforni, convertitore con annessi e connessi venivano così dichiarati fuorilegge mettendo fine ad un indicibile degrado ambientale e creando così le condizioni di una lenta rinascita del nostro quartiere che va avanti ormai da vent’anni.

Quello che sembrava essere diventato un lontano incubo da ricordare magari attraverso un discutibile Museo in Villa Serra torna a materializzarsi nelle parole dell’ex Sindaco e ora Governatore Marco Bucci che non esclude il ritorno del ciclo a caldo, e quindi integrale, nello stabilimento di Cornigliano.

Chissà cosa ne pensano chi tra gli alleati di Bucci ha in campagna elettorale fatto vessillo della chiusura del caldo a Cornigliano e altri che insieme allo stesso Bucci auspicavano di utilizzare l’area della ex centrale per la logistica portuale. Si perché se ritorna il ciclo a caldo il Porto quelle aree se le può scordare. Poi ci sarebbero anche i corniglianesi ma quelli non importa cosa pensano. Altri, che vivono in Carignano, Albaro, Righi e magari ai Parioli di Roma, decideranno per loro cosa si può e cosa non si può fare nel nostro quartiere.

Forno elettrico e centrale elettrica, qualcuno dice nucleare (non ci facciamo mancare nulla), sono imprescindibili tra loro e se ne parlerà molto nei prossimi giorni. Anche questa volta, con o senza Parroci in prima linea, sarà meglio preparare pentole e coperchi.

oerre

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