In evidenza
Il contributo di un quartiere popolare genovese al PIL di una nazione. Ovvero: <A noi il Water Front ci fa una pippa>
A Cornigliano ligure (GE) si giocano le sorti di un’intera città e non solo. Campi, il più grande centro commerciale artigianale d’Italia con oltre 15 milioni di presenze annue fra maestranze e visitatori quasi il doppio dei visitatori del Porto Antico che è il luogo più frequentato di Genova; Erzelli con la sua cittadella hi teach tecnology (Esaote, Siemens, Liguria digitale, Great Campus, ecc..) e l’Università; le nuove infrastrutture; l’Ospedale, il DAC, le attività logistiche portuali; Arcelormital, Ansaldo, Terziario Avanzato, il più grande Parco pubblico urbano, boschivo naturale della città, la più alta concentrazione cittadina di ville storiche, abazie, ecc.. Solo ad Erzelli sono previste a regime circa 15mila presenze, un’altra Cornigliano. A non avere consapevolezza di tutta questa ricchezza paiono essere proprio i corniglianesi che, costretti a giocare sempre in difesa a seguito di continue servitù loro imposte dall’alto, inconsapevoli della grande forza contrattuale che potrebbero mettere in gioco, vedono il loro territorio modificarsi in cambio di una lenta e discutibile riqualificazione fatta a spizzichi e bocconi che gratifica più chi la fa di chi la riceve e spesso rivolta a soddisfare più singoli appetiti che le reali esigenze di un’intera Comunità.
Dobbiamo fare in modo che le trasformazioni in atto abbiano una positiva ripercussione sulla nostra vita di tutti i giorni e prepararci a degnamente accogliere le qualificate e qualificanti presenze. Erzelli non è la Repubblica di S. Marino è Campi non è il Principato di Andorra, entrambi fanno parte di Cornigliano.
oerre