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Aeroporto di Genova, quale destino? Di Enrico Vigo

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L’AEROPORTO ha in dirittura di d’arrivo investimenti pubblici importanti, promessi e reiterati da almeno 15 anni. Sarà la solita passerella per i soliti noti. Tuttavia si dormono sonni (sbalorditivamente) tranquilli, il turismo può attendere. E’ abbastanza intuibile che ora gli investimenti faticosamente fatti vadano valorizzati ed ammortizzati. La svolta a 90° di CCIAA Genova per marcare il territorio, applaudita da alcuni (non da me), fa il suo corso lumaca, di “piano industriale” non se ne può neppure parlare. Perché? Non c’è un becco di un quattrino per fare investimenti, si spera nel socio benefattore e che ne sappia di mestiere e di cosa fare, competente del settore avionico, intanto le “crociere” possono aspettare il comodo di lor signori. Che poi tanto comodo non è: (1) debiti spalmati su più anni, (2) valutazione delle quote azionarie da parte della “Agenzia delle Entrate” neppure impostata, (3) scadenza della concessione incombente e (4) diktat di ENAC di cui tener conto, (5) capitolato di gara per il socio industriale senza troppe speranze (con questa fotografia poco invitante, come è già successo a Toti per l’ospedale di Erzelli andato a vuoto). Ed il tempo passa, con un AdSP commissariata e con una CCIAA muscolosa che a guardar bene è cartone, l’ennesima risorsa non ancora valorizzata come si conviene resta al palo. E siamo quasi a dicembre 2024.

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