Dopo l’incontro a Roma dell’11 marzo scorso con il ministro Urso è partito il negoziato con gli interessati in lizza per l’acquisizione di “Acciaierie d’Italia” in amministrazione straordinaria: Baku Steel Company, Azerbaijan Investment Company e Socar, dagli indiani di Vulcan Green Steel e dal fondo americano Bedrock Industries.
Urso parrebbe intenzionato a mantenere una partecipazione pubblica condivisa con gli Enti locali mentre ai “locatori” corniglianesi, parte assolutamente irrilevante nella trattativa, non è dato sapere nulla se si intende ripristinare il ciclo integrale con i conseguenti disagi che una lavorazione a caldo comporterebbe, oppure si intende limitarsi alla produzione a freddo della banda stagnata attuale fiore all’occhiello dello stabilimento di Cornigliano, dove sono occupati circa 800 lavoratori, e oramai integrata nel contesto ambientale e abitativo del quartiere.
Ma tranquilli ce lo diranno quando avranno già deciso perché il lavoro, è di questi giorni, viene anche prima della Pace, si chiama economia di guerra. Nel frattempo gli ultimi, che ne dica il Vangelo, sempre sacrificabili, non saranno mai i primi.
ilcornigiotto
