E’ di questi giorni la bella notizia che il Comune di Genova costituirà una CER a Cornigliano installando pannelli fotovoltaici sui tetti degli istituti scolastici Ferrero e Volta. L’elettricità prodotta sarà condivisa con altri edifici comunali nell’area
Veniamo a conoscenza dell’esistenza delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel primo governo Conte (2019-2021) ma cosa sono e come funzionano e quali benefici possono portare a tutti noi e all’intero pianeta? Vediamolo insieme ma senza entrare troppo in dettagli tecnici e fiscali, semplificando al massimo insomma..
Possiamo dire che una CER è un insieme di persone, ad esempio i condomini di un fabbricato, che producono e condividono energia rinnovabile e pulita. Quella da pannelli fotovoltaici posti su di un tetto, un terrazzo, un lucernaio, in un giardino o in terreni incolti e inutilizzati ad esempio. Scelta più economica e vantaggiosa di altre.
Si tratta di una vera e propria associazione che decide di impegnarsi nella produzione di energia “verde”, e che ha come obiettivo quello di ridurre al massimo gli sprechi energetici, sia in termini di costi che di emissioni di anidride carbonica.
E’ necessario che i membri di una CER dovranno possedere e fruire, o soltanto fruire, energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, e in tal modo coprire completamente, o almeno in buona parte, i propri consumi.
La partecipazione ad una CER è aperta a tutti e con condizioni economiche di ingresso accessibili alla stragrande maggioranza delle persone.
Possono aderire ad una CER persone fisiche e giuridiche / soggetti privati e pubblici, compresi i condomini; attività commerciali; piccole e medie imprese; enti territoriali; autorità locali; pubbliche amministrazioni; associazioni; enti di ricerca e formazione; enti religiosi.
Ogni cittadino può connettersi alla rete delle CER sia che sia in possesso anche lui di una fonte di energia rinnovabile, e quindi produca e condivida energia, oppure che sia solamente consumatore.
Tutta la rete CER viene interconnessa virtualmente alla rete di distribuzione ENEL o di altro gestore attraverso le cabine di trasformazione già esistenti

Tutto il sistema viene gestito da una apposita piattaforma che ha il compito di abilitare le CER gestendo chi nella rete immette energia, chi ha la possibilità di accumularla e chi la consuma
Lo scopo è quello di ridurre i prezzi pagati dai consumatori e rendere l’energia più accessibile anche per quella fascia di persone che versa in difficoltà economiche.
Gli obiettivi e i vantaggi per cui conviene fa parte di una CER vanno da quelli ambientali e sociali a quelli economici
Mentre possiamo immaginare quali possono essere i benefici ambientali vediamo quali sono quelli economici e quindi sociali in fondo quelli che a noi interessano di più.
Ovviamente risparmi sulla bolletta energetica derivanti dai cali dei consumi.
Le CER hanno diritto a una serie di incentivi statali (e cumulabili con altre forme di incentivazione), la CE riceverà anche in aiuto una somma di denaro per ogni kW/h prodotto più altra somma per eventuali surplus di energia prodotta. Quest’ultimo può diventare un vero e proprio reddito dall’energia auto prodotta su cui fare affidamento.
Le CER possono raggruppare un intero quartiere, purché i membri attingano dalla stessa cabina di trasformazione, mentre per l’autoconsumo i soggetti partecipanti devono condividere lo stesso fabbricato dotato dell’impianto e l’energia prodotta non può essere condivisa al di fuori.
Costituire una CER è davvero semplicissimo, basta un gruppo di persone che desideri farlo formando un gruppo e ufficializzandolo attraverso la costituzione di una cooperativa o più semplicemente come associazione non riconosciuta eleggendo un proprio rappresentante. L’amministratore di un condominio ad esempio.
Ciascun aderente alla CER, sia che sia produttore o consumatore, verrà collegato ai punti di connessione ubicati sulle reti elettriche di distribuzione esistenti (proprio contatore) e diventerà intestatario di un’utenza e di una bolletta energetica. Difatti, ognuno continuerà a pagare la bolletta al proprio fornitore di energia elettrica, mentre, allo stesso tempo, riceverà da parte della CER un importo commisurato alla quantità di energia condivisa.
Nella maggior parte dei casi nessuna variazione particolare andrà eseguita all’impianto elettrico esistente mentre è indispensabile essere tutti connessi alla stessa cabina primaria che deve essere comune a tutti gli iscritti alla CER. Ma anche qui nessun problema in quanto solitamente una cabina primaria può coprire circa 3 o 4 comuni oppure 2 o 3 quartieri all’interno di una città.
La misurazione dell’energia prodotto e consumata da una CER avviene attraverso un contatore intelligente che rileva e registra le quantità di energia prodotta, quella ceduta e gli autoconsumi.
Solo quando la CER è stata formata e l’impianto è in esercizio, si può procedere con la richiesta per ottenere gli incentivi previsti al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), l’azienda pubblica che in Italia promuove l’energia rinnovabile, e che riconoscerà gli incentivi esclusivamente per l’energia condivisa all’interno della CER. GSE – Gestore dei Servizi Energetici | Homepage
Le CER possono raggruppare un intero quartiere, purché i membri attingano dalla stessa cabina di trasformazione, mentre per l’autoconsumo, i soggetti partecipanti devono condividere lo stesso edificio dotato dell’impianto e l’energia prodotta non può essere condivisa al di fuori.
Concludiamo con quelli che ahinoi sono i punti sfavorevoli dovuti al momento dai lunghi tempi di autorizzazione, al complesso iter burocratico, alla difficoltà nella diffusione a causa della poca conoscenza della materia e ai costi elevati di acquisto e installazione degli impianti. Tali spese verranno sicuramente recuperate tramite i vantaggi economici che abbiamo appena elencato, ma non c’è la garanzia che questo possa avvenire in tempi ragionevoli.
(foto dal web)
