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Alla ricerca dell’identità perduta di un quartiere di Genova
Dall’immediato dopo guerra a oggi Cornigliano era preso come emblema del ponente genovese, per un forte disagio ambientale a causa della presenza di opifici altamente inquinanti e conseguenti forme di degrado edilizio e sociale, microcriminalità e emarginazione, spesso sulle prime pagine dei quotidiani.
Con la riqualificazione, ancora in atto, si è cercato in primis di porre rimedio al degrado fisico degli edifici e degli spazi pubblici al piede ma manca ancora uno spazio pubblico in grado di ospitare un incubatore attorno al quale ricostruire anche il tessuto sociale del quartiere.
Perché parliamo di identità perduta? Perché Cornigliano è un quartiere a ponente della città di Genova con una sua antica storia che in passato ha avuto una forte autonomia e connotazione identitaria, persa nel tempo per una scarsa attenzione da parte dell’Amministrazione nell’individuare e risolvere quelle criticità soprattutto infrastrutturali che hanno relegato il quartiere a diventare un qualche cosa di separato fisicamente dal resto della città qualcosa più simile a un ghetto industriale che altro
La tracciatura di nuovi confini (CAP 16152) che ben definiscono e dividono Cornigliano dal resto della città includendo al loro interno tutti gli insediamenti industriali e terziari ha fatto si che Cornigliano non sia considerata tutt’oggi zona residenziale nonostante le sue 15mila presenze.
La presenza di una nuova tangenziale a mare, che rischia di procurare col tempo una netta cesura con il resto della città, potrebbe dare avvio ad un progressivo ulteriore processo di degrado di un luogo sconosciuto ai più situato al di la della ferrovia dove “pare” vivano persone, con le loro contraddizioni e potenzialità, di fatto ignorate da una seria pianificazione urbana e sociale.
Eppure Cornigliano ha molto da dare. Tolta ai corniglianesi ogni possibilità di accesso al mare, sono ancora visibili tracce del suo passato marinaresco e agricolo nella collina di Coronata e moltissimi pregevoli manufatti storici e architettonici miracolosamente sopravvissuti ai bombardamenti e al degrado ambientale.
Ma perché i corniglianesi si incazzano quando ad esempio leggiamo sui giornale che Erzelli fa parte di Sestri
Non è “becero campanilismo” come qualcuno ha detto ma rivalsa nei confronti di certa stampa che si ricorda che esistiamo solo per la cronaca nera e non per quanto di bello possiamo offrire o per lo scempio fatto al nostro territorio, che continua con i costanti tentativi di imporci nuove pesanti servitù in parte rimaste solo sulla carta o incompiute, che riapre ferite che credevamo guarite da tempo.
Ecco allora che alla vigilia delle elezioni amministrative è importante riflettere su quali serie prospettive di sviluppo si vogliono offrire a questa importante parte della città che ancora aspetta di essere riconnessa al centro cittadino per diventare finalmente “residenziale”.
El Morisco
14/01/2025 at 8:33 PM
Per esempio questo testo invece è centrato e leggibile senza tagli verticale ali sulla destra. Scrivilo se.pre con questa modalità
carlo moreschi
17/01/2025 at 8:10 PM
Letto al computer si legge molto bene. Ottimo articolo che condivido totalmente. Soprattutto perchè la stampa influenza le persone parlando solo dei corniglianesi, di nascita e di adozione, solo quando pochi di loro commettono illegalità. Nessuno che racconta di un quartiere in grande trasformazione, con autoctoni e stranieri che vi lavorano, ci abitano e ci vivono.