Fatta la premessa che l’attività del volontario non può essere retribuita in alcun modo, nemmeno dal beneficiario qualunque esso sia. Quindi se percepisci uno stipendio non sei un volontario ma un dipendente di un’azienda, un ente o di un sodalizio e che il ruolo di volontario è incompatibile con qualsiasi forma di rapporto di lavoro subordinato o autonomo e con ogni altro rapporto di lavoro retribuito con l’ente di cui il volontario è socio o associato o tramite il quale svolge la propria attività volontaria e che queste disposizioni non si applicano ai volontari del Servizio civile universale, chiariamo che gli enti del Terzo settore che si avvalgono di volontari hanno l’obbligo di assicurarli contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell’attività di volontariato, oltre che per la responsabilità civile verso i terzi.
Detto questo non possiamo ignorare e non parlare della crisi del volontariato e la ricerca da parte dei giovani e non solo di un lavoro retribuito che costringe associazioni come le Pubbliche Assistenze, un tempo importanti presidi sociali di un territorio, a diventare sempre di più simili ad aziende che a luoghi di ritrovo, socialità e sussidiarietà come era un tempo.
Solo in Liguria, dato ANPAS, “i volontari pronti a salire sulle ambulanze in un solo anno sono 3500 in meno” Passati dai 12mila del 2021 ai 8500 del 2022. Una crisi che non accenna a diminuire.
Se poi a questo dato aggiungiamo la crisi dei Pronto Soccorso per le emergenze/urgenze e le difficoltà a trovare un impiego di tanti giovani possiamo ben immaginare che senza interventi immediati da parte delle istituzioni atti a supportare sul serio e per davvero il mondo del volontariato saranno a rischio posti di lavoro e la stessa sopravvivenza di quel poco vero volontariato rimasto nelle Pubbliche Assistenze.
Le Pubbliche Assistenze devono ritornare ad essere quelle isole felici, quei ritrovi di un tempo per giovani e adulti rigenerando quel legame con il territorio non solo nel momento nel bisogno perché a richiedercelo è la complessità della vita stessa.
Ma veniamo al nostro quartiere con una proposta che per qualcuno probabilmente non sarà una novità. E’ assai probabile che i lavori nell’ex mercato comunale per la discussa palestra dell’ASD Celano boxe e dove all’interno verrà aperto anche un bar, vengano ultimati nel corrente anno e conseguentemente la stessa associazione, che oggi gestisce anche il bar della ex Bocciofila, auspicabilmente ne abbandoni la gestione per trasferirsi nell’ex mercato. Ecco che il bar della ex Bocciofila può diventare quel luogo di richiamo e aggregazione per giovani corniglianesi che oggi manca alla nostra Pubblica Assistenza e che da questi giovani avventori possa nascere la passione e l’amore per una vera e disinteressata solidarietà.
ULTM’ORA. Pochi minuti dopo la pubblicazione di questo articolo ricevo dalla presidente Pozzi notizia che il progetto di Società per Cornigliano, che prevedeva un punto di ristoro all’interno dell’ex mercato, è stato modificato e il bar non c’è più ma non ci è dato sapere cosa si farà al suo posto. Peccato davvero perché l’assenza di un punto di ristoro allontana ancor di più la possibilità di una multifunzionalità della struttura.
oerre

El Morisco
08/01/2025 at 2:39 PM
Il servizio civile affianca il volontariato. I 400 euro mensili sono poco più che un rimborso spese. I giovani che fanno servizio civile dovrebbero essere incentivati con punteggi di favore in caso di domande nella PA, FFAA, Servizi pubblici ecc…..Magari riduzioni ai biglietti per musei, cinema ecc…..Basta avere una visione educativa di progresso da parte di chi ci governa