L’incuria per il nostro territorio è storia antica e ha avuto il suo apice negli anni cinquanta/sessanta quando, per la fame di case dovute alla presenza sul territorio di una acciaieria che procurava lavoro e malattie a diverse migliaia di famiglie, si sono prese letteralmente d’assalto le colline a ridosso del nostro quartiere. Palazzinari senza scrupoli favoriti da una politica spregiudicata, compiacente, e priva di ogni lungimiranza hanno procurato le ferite che tutt’ora ci portiamo addosso. Sulla collina della Colombara (Via Dei Sessanta) e quella di Coronata spesso in adiacenza a ville storiche cinque/seicentesche, miracolosamente scampate al degrado e allo scempio, sono sorti in mille discutibili architetture diverse orrendi condomini l’uno accanto all’altro (Vie Elsa, Col di lana, Dei 60, Coronata, Agosti, ecc..)

E’ solo per un vero miracolo e forse grazie a qualche amministratore un po’ più accorto e, aggiungerei “onesto”, che tale aggressione al territorio in tempi più recenti si è arrestata come nel caso di via Dei Sessanta dove in quelle che adesso sono aree adibite a parcheggio dovevano sorgere altri fabbricati.
Sono così sorti interi quartieri dormitorio, privi di servizi elementari, dove la gente fatica ad arrivare a causa di strade strette e trafficate dove i mezzi pubblici arrancano con gran fatica.
Per fare questa cementificazione si è messo mano a rivi piccoli e grandi, che avevano originariamente un loro regolare deflusso in superficie, interrandoli e costringendoli in tubazioni e condotte insufficienti come nel caso dei rivi S.Pietro e Roncallo.
Le precipitazioni, prima della cementificazione e bitumazione in collina e pianura, venivano assorbite da una grande superficie di terreno permeabile per cui il loro deflusso a mare era garantito da diversi rivoli di portata variabile mentre oggi, a causa di tombinature insufficienti, abbiamo strade trasformate in fiumi a seguito di condotte sottodimensionate come nel caso dei rivi di cui sopra.
Una volta, ricorderanno i vecchi corniglianesi, il mare era subito dopo la ferrovia e ogni rivo gli arrivava dopo un suo breve percorso. A causa dei riempimenti iniziati nell’immediato dopo guerra per costruire il sedime dove sarebbe sorta la fabbrica, la costa e conseguentemente la foce dei rivi, sono stati spostati più a sud di circa un chilometro. L’allungamento del corso dei rivi è stato creato artificialmente con condotte in cemento alle quali negli anni a seguire non è stata fatta sufficiente manutenzione con il risultato che probabilmente ogni detrito portato dall’acqua ha parzialmente occluso ogni sbocco a mare riducendone così la portata.
Se a questa situazione aggiungiamo la scarsa o mancata manutenzione di caditoie, ecc.. ecco spiegati gli allagamenti continui delle vie Cervetto, Cornigliano e parte della zona sud est del quartiere. Anche se è vero che piove oggi come non era mai accaduto molti dei disagi che i corniglianesi continuamente subiscono a causa di forti piovaschi non si verificherebbero se si procedesse ad una adeguata manutenzione nella bella stagione.
Da anni si attende la messa in sicurezza idraulica della valletta Rio S.Pietro dove in caso della caduta di una bomba d’acqua in qualunque punto della sua vasta estensione potrebbe provocare gravi conseguenze all’area ex Dufour e nelle vie a sud Cervetto e Pellizzari come accaduto con l’esondazione del Fereggiano.
oerre

Giorgio
18/12/2024 at 11:26 AM
Aggiungerei che tutti i lavori fatti oltre la ferrovia a cominciare dai ” giardini lineari” sono stati eseguiti tutti contro logica, ovvero in contropendenza, penso sarebbe stato più utile e molto più economico aver fatto dei parcheggi auto(e non in contropendenza) per i residenti
ilcornigiotto
19/12/2024 at 8:37 AM
Infatti una delle proposte che veniva dal territorio era la pedonalizzazione e il conseguente recupero delle piazze Battelli e Metastasio.