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Vedi Napoli e poi muori, vedi Cornigliano e poi…. “Campi”

Volutamente tralascio la storia antica del quartiere per raccontarvi del progressivo declino di un territorio iniziato nel dopo guerra per giungere ai giorni nostri. Tutto ebbe inizio con il venir meno, dopo qualche anno di agonia, dello storico circolo Arci di Campi (ex Francesco Ferrer) fondato nel 1945, dopo quel tragico 16 giugno 1944, e con esso della solidarietà e dell’amicizia che saldamente legava tra loro i “campesinos” che lo frequentavano. Nel frattempo nuovi opifici, attività legate all’autotrasporto e centri commerciali in prossimità sostituivano le vecchie produzioni inquinanti; ai fumi dell’acciaieria SIAC si sostituiscono così i gas di scarico di un traffico pesante che imprigiona ogni giorno il quartiere continuando a creare condizioni di difficile convivenza.

Rumori molesti anche notturni provenienti dai vicini magazzini, il rifiuto di concedere ai residenti uno sbocco nell’adiacente via Bagnasco hanno contribuito a far diventare questo quartiere un vero e proprio ghetto chiuso. Ciliegina sulla torta il depuratore della Val Polcevera costruito nei primi anni 70 con tecnologie già obsolete alle quali si poneva nel tempo rimedio ai miasmi con diversi interventi palliativi. I campesinos non lo volevano. Ricordo sempre una partecipata assemblea alla quale ero presente dove il relatore, di cui non ricordo il nome, raccontava che: “Cari cittadini, i miasmi provenienti dai liquami…….”, che condizionano ancor oggi la vita dei campesinos, non sarebbero stati un problema per i residenti.

Seguiva, tra l’ilarità generale, l’intervento di un cittadino che esordiva con: «Ma che liquami e miasmi, assessure, demmughene di nummi strani, a l’è merda!». Traduzione per i foresti <Ma che liquami e miasmi assessore, possiamo chiamarli in altri modi ma è sempre merda>.

È infatti proprio con quest’ultima che convivono da oltre 40 anni i residenti di Campi. Pochi parcheggi e selvaggi, traffico asfissiante, assenza di spazi pubblici surrogati da un’area verde che, a detta dei residenti, spesso è chiusa e quando aperta monopolizzata da alcuni soggetti, hanno contribuito alla ghettizzazione del luogo.

I cittadini di Campi non meritano questo. Tagliolini, Ferrero, Venzano, Pucci, Biordi, Gonino, Ferrando, Battifora e altri non lo meritano per il loro impegno civico e politico e il grande contributo dato alla Resistenza, alla Democrazia e al confronto. I cittadini di Campi seguono speranzosi con interesse la costruzione del nuovo depuratore centrale (Dac) in area ex siderurgica anche se dall’amministrazione non sono mai state date vere rassicurazioni sul destino del sedime che ospita l’attuale impianto. In una società fatta di annunci appare strano come a oggi, all’imminente messa in funzione del nuovo Dac, non siano stati presentati progetti, render o quant’altro, su quanto per il quartiere può venire costruito in quell’area di via Rolla una volta dismesso, tutto o in parte, l’attuale impianto. Quell’area può rappresentare la salvezza per il quartiere e a deciderne il suo destino deve essere chi ci vive ogni giorno e non altri.

Ai cittadini di Campi va l’augurio più sincero che l’intero quartiere torni a vivere e a essere, come merita, luogo di ideali, di valori e ricordi di un quartiere che molto ha dato alla città e alla nazione e mai nulla ricevuto in cambio.

oerre

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