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E’ finita la socialità in questo quartiere?

Società Operaia di Mutuo Soccorso (SOMS) di Via De Cavero; Circolo dei Pescatori di Via Cornigliano; Società Bocciofila Corniglianese di Piazza Rizzolio; Ass.ne Combattenti Coronata, Circolo Campi di via Rolla e ARCI Rizzolio di Viale Narisano sono ritrovi storici di Cornigliano chiusi negli ultimi decenni nella più totale indifferenza istituzionale. Vere e proprie isole felici, che in anni estremamente difficili hanno dato un enorme contributo alla cultura e alla pace sociale, cancellate per sempre. Ferite profonde inferte al territorio in una crescente preoccupazione di un allarme sociale che si riaccende oggi a causa della mancata considerazione del ruolo che i ritrovi culturali e ricreativi hanno svolto e svolgono a Cornigliano evitando la morte civile di un quartiere surrogando quanto l’Amministrazione dovrebbe fare e non fa.

Intendo ovviamente i Circoli veri non quelli nati per soddisfare singoli soggetti privati o peggio mascherare vere e proprie attività commerciali. Eppure promuovere e salvaguardare questi spazi, che rappresentano il cuore delle attività di volontariato e di educazione sociale di un’intera comunità, sarebbe stato fondamentale per la ripartenza e la rinascita culturale di Cornigliano dopo la siderurgia e la pandemia e adesso in piena crisi socio economica. (immagine dal web)

oerre

1 Comment

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  1. El Morisco

    18/11/2024 at 10:46 AM

    Concordo. Se la politica non creerà nei prossimi anni occasioni di incontro e di conoscenza reciproca Cornigliano non avrà più futuro come quartiere ma diventerà come la parti più profonde e pericolose del Centro Storico. Se ci è caro il futuro delle prossime generazioni dobbiamo avere una visione per i prossimi 10/15 anni, quando gli attuali corniglianesi saranno una piccola minoranza soppiantata dai nuovi corniglianesi. Allora è necessario creare oggi quegli spazi culturali, educativi e ludici che ci mettano in grado di incontrarci, parlarci e confrontarci. Ci sarà spazio nelle menti dei politici per una visione così ampia e creativa? Ci sarà la forza sufficiente nel quartiere per spingere in quella direzione? Avremo l’intelligenza per capire al di là del nostro naso che l’integrazione passa attraverso l’incontro in spazi gestiti dal basso e non per gentile concessione della politica di cose he sono già nostre? Questa è la sfida…..Sennò saremo come Lucio Dalla nel “caro amico ti scrivo” con i sacchi davanti alla finestra.

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